La rete comunicativa corpo-mente: tra neuroscienze e teoria del simbolico

Abstract

Fatto di cronaca: “Genitori colpevoli se non insegnano i sentimenti”. Il Tribunale Civile di Milano condanna i genitori di un gruppetto di adolescenti – autori di varie e ripetute violenze sessuali nei confronti di una dodicenne – a un risarcimento di 450mila euro per non aver dato loro un’educazione ai sentimenti e alle emozioni, con l’aggravante di non aver nemmeno intuito il disagio dei ragazzi che lentamente si stavano trasformando in “cinici violen­tatori seriali”.

“L’educazione dei figli – premette il giudice della XX sezione civile Bianca La Monica – non è fatta solo della fondamentale indicazione al rispetto delle regole, ma anche di quelle indicazioni che forniscono ai figli gli strumenti in­dispensabili da utilizzare nelle relazioni, anche di sentimento e di sesso, con l’altra e con l’altro. In sostanza – aggiunge il giudice, citando il filosofo Umberto Galimberti – occorre mettere in gioco connessioni emotive, ossia mettere in contatto il cuore con la mente e la mente con il comportamento”. Di questa edu­cazione, che consente di entrare in relazione, non solo corporea, con l’altro, non vi è traccia nel comportamento dei minori violentatori. Lo dimostra proprio il loro racconto dei fatti: asettico, con parole non espressive di emotività, che evi­denziano come nessuna considerazione vi fosse per la persona.

Tutto ciò è accaduto in un contesto di famiglie italiane assolutamente ‘normali’, residenti nel centro di Milano.
Qualcosa sembra non tornare.   

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Presentato dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione.      

https://doi.org/10.14276/2464-9333.205
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