Abstract
L’Orientalismo organizzato, strutturato, così come lo intende Edward Said, genera un immaginario sonoro che si rivela come una macchina produttrice di senso (intesa nella prospettiva fornita dall’architetto Hiromi Fujii o dal filosofo-psicanalista Felix Guattari).
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Il senso dell’esplorazione del ‘territorio musicale differente’ viene determinato da una sorta di prospettiva sistemica: essa mette in prima linea i meccanismi produttivi di immagini (imagines) e di ricezione delle stesse, e nello stesso tempo li determina interpretativamente. Una volta predisposto questo meccanismo immaginativo, esso organizza dall’interno il senso dell’oggetto di studio/narrazione tramite le sue reti di relazione tra le parti e il mondo di significati attraverso cui il sistema reagisce con l’ambiente.
[... segue nel testo ...]
Presentato dal Dipartimento di Studi internazionali. Storia, lingue, culture.