Ciak Balcanico: ricerca sulla produzione cinematografica in Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia e Macedonia

Abstract

La definizione di Balcani comprende popoli molto diversi, accomunati da un destino, a tratti comune, del sudest europeo, ma divisi dalla storia più recente che li ha resi più identificabili. A proposito di cinema balcanico, la rivista Cineaste ha intervistato diversi registi provenienti dall’area, chiedendo loro fino a che punto si possa parlare di cinema balcanico e non di singole cinematografie. K. Cashku (regista albanese) ha definito i Balcani «un luogo di storie e di narratori. Essi creano eventi, eroi, conflitti, situazioni. Il raccontare miti, leggende è caratteristico dei Balcani e si riflette sul cinema di questi luoghi». D. Kozole (regista sloveno) afferma di non credere che possa esistere una poetica o un cinema balcanici, pur avendo queste popolazioni molti aspetti in comune, ma che cinematografia balcanica è solo un termine geo-politico, convenzionalmente usato per etichettare film che vengono prodotti dalla Slovenia alla Turchia. C. Parumboiu (regista rumeno) individua una grande caratteristica che può essere veramente definita balcanica, quella speciale «forma di humour, e una serie di influenze che cominciano con il cinema occidentale e finiscono con quello russo». G. Radovanovic´ (Serbia) ha un parere assolutamente negativo sulla definizione di Balcani, ritenendo che possano esistere «come singola area culturale, solo grazie al pregiudizio e alla visione distorta del pubblico occidentale contemporaneo».

[... segue nel testo ...]

Presentato dal Dipartimento di Scienze del testo e del patrimonio culturale.

https://doi.org/10.14276/2464-9333.203
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