Abstract
L’opera di John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973) rappresenta un unicum nel panorama letterario del XX secolo: in un’epoca, infatti, demitizzata e disincantata lo scrittore inglese, percorrendo una strada diversa dalle correnti d’avanguardia, ha riportato in auge il genere epico-cavalleresco dalla tradizione plurisecolare dando vita a un corpus di leggende, sullo stile della mitologia nordica, che costituisce la più grande opera mitopoietica del Novecento. Proprio in virtù di questo, tuttavia, taluni critici, screditando il valore della sua opera, ci hanno consegnato di Tolkien l’immagine di un ‘nostalgico del passato’, uno scrittore di evasione, disimpegnato e avulso dal suo tempo. Ma il recente studio di Tom Shippey, Tolkien: Autore del secolo, ha definitivamente mostrato l’infondatezza di tali accuse, reinserendo a pieno titolo Tolkien nel contesto letterario novecentesco e ponendolo anzi tra i massimi esponenti di quel filone fantastico che può annoverare scrittori autorevoli quali George Orwell e William Golding.
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Presentato dal Dipartimento di Scienze del testo e del patrimonio culturale.