Libero arbitrio e 'consequence argument': una critica delle interpretazioni compatibiliste

Abstract

Questo lavoro ha per oggetto un’argomentazione, elaborata da diversi autori nel corso degli anni Settanta, che continua a rivestire un ruolo importante nel dibattito sulla libertà del volere in ambito analitico. Obiettivo di tale argomentazione è mettere in luce come, in un universo deterministico, le azioni che compio non siano mai autenticamente mie, dal momento che esse dipendono per intero da avvenimenti anteriori alla mia stessa esistenza. Fra le risposte elaborate nel corso degli anni dai compatibilisti – da coloro cioè che ritengono possibile dar conto del libero arbitrio in una cornice deterministica – alcune riflettono un’interpretazione ad hoc dell’idea di potere (causale) di un agente. Questo tipo di approccio, così come altre manipolazioni lessicali strettamente correlate, da un punto di vista formale sembra garantire le condizioni minime della libertà; tuttavia, come emergerà nella seconda parte dell’articolo, esso si infrange contro un’aporia: trasformare il consequence argument in un paralogismo, dove lo stesso termine assume significati molteplici, oppure contraddire la concezione intuitiva e pre-filosofica di libertà del volere.

[... segue nel testo ...]

Presentato dal Dipartimento di Scienze dell’Uomo.

https://doi.org/10.14276/2464-9333.197
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