Regioni e diritto comunitario
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Come citare

Califano, L. (2014). Regioni e diritto comunitario. Studi Urbinati, A - Scienze Giuridiche, Politiche Ed Economiche, 56(1), 7–53. https://doi.org/10.14276/1825-1676.291

Abstract

Il presente studio, dedicato all’analisi del ruolo attribuito, all’interno del nostro ordinamento, alle Regioni nel processo di integrazione europea, si propone di valutare, nell’ambito del nuovo assetto e riparto di competenze delineato dalla riforma del Titolo V della Costituzione avvenuta con la Legge cost. n. 3/2001, i margini di intervento e gli strumenti attribuiti alle Regioni ordinarie sia nella fase c.d. ascendente (volta alla partecipazione diretta ed indiretta alla formazione della volontà statale da far valere presso le Istituzioni comunitarie), che in quella c.d. discendente (relativa all’attuazione della normativa comunitaria). Dopo una breve premessa circa l’impatto sul sistema interno delle fonti derivante dall’introduzione del riferimento espresso, nel primo comma del nuovo art. 117 Cost., al diritto comunitario, quale limite per i Legislatori, statale e regionali, ed una sintetica ricostruzione del quadro normativo e dell’evoluzione giurisprudenziale anteriori alla riforma del quadro costituzionale, l’attenzione si focalizza sull’attuazione offerta a quest’ultimo con i recenti interventi normativi di cui alle leggi nn. 131/2003 e 11/2005 che hanno sviluppato, rispettivamente, i temi delle prerogative regionali nelle fasi ‘ascendente diretta’ e ‘ascendente indiretta’ nonché ‘discendente’. Sotto il primo profilo, l’analisi si sofferma, in particolare, sulla presa d’atto della lettura minimalista del dettato costituzionale da parte del Legislatore che si è mosso in un rapporto di sostanziale continuità con il quadro precedente e che vede ancora una volta impostare sostanzialmente i rapporti tra Stato e Regioni secondo il fluido canone della leale collaborazione. Sotto il secondo aspetto, in riferimento alla fase attuativa-discendente vengono evidenziati i punti di “criticità” del sistema, derivanti dal proliferare di fonti di vario rango (primario e secondario) potenzialmente coinvolte in via concorrente nel processo di attuazione del diritto comunitario, nonché vengono anticipate le problematiche relative al rischio di compressione delle prerogative regionali derivanti, da un lato, dal complicarsi del sistema delle fonti (e dal frequente ricorso alla delegificazione), dall’altro dalla riproposizione, secondo l’impianto della Legge n. 86/’89, così come messo a punto dalle successive Leggi comunitarie annuali, di meccanismi di sostituzione in via preventiva – cautelare da parte dello stato.

https://doi.org/10.14276/1825-1676.291
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